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L’emergenza sanitaria da COVID-19 che tutto il mondo sta affrontando negli ultimi mesi è una crisi globale che ha messo a dura prova i sistemi sanitari, ha minato la produttività e sta minando gli sforzi per affrontare la povertà e la disuguaglianza. Sono sfide che, nei prossimi mesi, richiederanno uno sforzo concertato e collaborativo tra le nazioni e all’interno delle nazioni per essere superate.

Mentre si spera che le risposte immediate date alla crisi da coronavirus possano essere di rapida efficacia, non bisogna dimenticare una delle sfide più durature e universali che ci troviamo ad affrontare – quella del cambiamento climatico.

Nei primi giorni di aprile, l’ufficio delle Nazioni Unite per il clima (UNFCCC) ha deciso di rinviare la COP26, la conferenza delle nazioni sul clima che si sarebbe dovuta svolgere dal 9 al 20 novembre a Glasgow in Scozia, in partnership con l’Italia, a data da destinarsi nel 2021. Gli esperti della Conference of the Parties (COP) hanno accolto con favore la decisione di rinviare il summit per evitare potenziali situazioni di pericolo per gli addetti ai lavori ma anche per gli eventuali ritardi da parte dei governi nel dare risposte sulla lotta al cambiamento climatico in quanto chiaramente impegnati sul fronte emergenza COVID-19.

Nonostante ciò, sono tutti d’accordo sul fatto che la ripresa economica e sociale post crisi sanitaria debba essere progettata in linea con i principi di salvaguardia ambientale e di lotta al cambiamento climatico. In Italia, il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha sottolineato che il rinvio della COP26 non significa abbassare la guardia o dare minore priorità alla questione ambientale e ha ribadito che “La lotta richiede un’azione forte, globale e ambiziosa“. Sulla stessa linea, i rappresentanti di Greenpeace, WWF e Legambiente.

Infine, Laurence Tubiana, ex Ambasciatrice francese della COP21 e CEO della Fondazione Europea per il Clima ha dichiarato che “i governi dovrebbero usare questo tempo per progettare piani per una ripresa economica resiliente che considerino il clima, la biodiversità, lo sviluppo e la giustizia sociale in modo integrato. Questa crisi sta dimostrando che la cooperazione internazionale e la solidarietà sono essenziali per proteggere il benessere globale e la pace. La COP26 del prossimo anno dovrebbe diventare il fulcro di una cooperazione globale rivitalizzata”.

 

Fonti:

Lifegate.it

Medium.com

Iconaclima