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Diversamente da quello che il nome può evocare, la Plastic Free Challenge non è una di quelle challenge che si diffondono sui social a suon di video e hashtag. Stavolta la sfida parte dall’alto e nasce da una presa di coscienza da parte delle istituzioni che è arrivato il momento di darsi da fare per cercare soluzioni che possano arginare l’enorme quantità di plastica che produciamo, utilizziamo ma soprattutto buttiamo via. In particolare, l’utilizzo di oggetti di plastica monouso non è più sostenibile (e forse non lo è mai stato) in termini di risorse impiegate per la produzione, smaltimento e avvio al riciclo.

La sfida è stata lanciata a giugno 2018 dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e da allora numerose amministrazioni, dai grandi capoluoghi fino ai piccoli Comuni, hanno risposto all’appello manifestando tanta voglia di cambiare. Le misure man mano adottate sono in linea con la direttiva comunitaria che, a partire dal 2021 vieterà produzione e commercializzazione della plastica monouso in tutti i Paesi membri dell’Unione europea.

L’ultimo Comune presentare un’ordinanza per limitare l’uso della plastica monouso è Napoli.

Nel capoluogo campano, il sindaco Luigi De Magistris ha firmato un’ordinanza che impone di non utilizzare, fornire e commerciare contenitori, stoviglie, posate, cannucce e ogni altro manufatto monouso ad uso alimentare in plastica non biodegradabile e non compostabile. Un obbligo rivolto in prima applicazione agli esercizi commerciali, ai pubblici esercizi, ai laboratori di produzione artigianale di alimenti autorizzati alla vendita per asporto, agli operatori del commercio su aree pubbliche, sia in sede fissa sia in forma itinerante, incluse le attività di catering del settore alimentare e agli esercenti delle attività balneari, quali lidi e circoli nautici, con una fase di applicazione sperimentale che riguarderà in primo luogo il famoso lungomare a partire dal primo maggio prossimo fino al 30 settembre di questo anno.

La lista delle amministrazioni che hanno deciso di impegnarsi per un’Italia Plastic Free è lunga e percorre lo stivale da nord a sud, passando per il centro:

  • San Cataldo (Sicilia): a partire dal 1 agosto 2019, nel comune siciliano sarà in vigore un’ordinanza che vieterà l’uso di contenitori e stoviglie monouso non biodegradabili negli esercizi commerciali e nei luoghi pubblici.
  • Carloforte (Sardegna): a partire dal 17 giugno 2019, anche in questo comune costiero della Sardegna vigerà il divieto di utilizzare e commercializzare oggetti in plastica monouso e non biodegradabile.
  • Chioggia (Veneto): Il sindaco Alessandro Ferro ha firmato un’ordinanza che prevede, a partire da giugno 2019, che in occasione di feste, sagre ed eventi pubblici tutti gli esercenti e i commercianti distribuiscano esclusivamente posate, piatti, bicchieri e sacchetti in materiali biodegradabili, compostabili o lavabili e che i distributori automatici emettano solo bicchieri per le bevande in materiale compostabile. Inoltre, a partire dal 1 ottobre 2019, il divieto di distribuzione di materiali in plastica monouso si amplierà dalle sole manifestazioni pubbliche a ogni aspetto della quotidianità.
  • Taormina (Sicilia): dal 1 giugno 2019, gli esercenti presenti sul territorio comunale potranno distribuire soltanto sacchetti in materiale biodegradabile. Da agosto, poi, il divieto verrà esteso anche agli altri oggetti in plastica monouso come piatti, bicchieri, posate.
  • Teramo (Abruzzo): dal 1 giugno verrà applicata in via sperimentale un’ordinanza finalizzata ad abolire la plastica monouso nella città. In esercizi e uffici pubblici sarà bandito l’utilizzo di contenitori monouso non riciclabili.
  • Friuli Venezia Giulia: l’intera Regione ha deciso di rinunciare definitivamente alla plastica monouso all’interno degli uffici delle amministrazioni regionali, degli enti strumentali e delle società interamente partecipate. Lo ha deciso il Consiglio regionale, che a fine gennaio 2019 ha approvato all’unanimità la mozione proposta dal Movimento 5 Stelle che ha impegnato la Regione ad aderire alla campagna “Plastic Free Challenge”. Il divieto riguarderà non soltanto gli uffici ma anche tutti gli eventi promossi dalla Regione.
  • Ustica (Sicilia): a partire dal 30 maggio saranno in vigore nuove regole in merito all’utilizzo di prodotti in plastica monouso, sia per residenti, sia per esercenti, sia per turisti. In divieto coinvolge piatti, posate, vassoi, cannucce, palette per gelato e caffè, e i trasgressori rischiano una multa fino a 500 euro e una sospensione dei loro esercizi commerciali.
  • Realmonte (Sicilia): a partire dal 1 maggio 2019, tutti gli esercenti che operano sul territorio comunale potranno distribuire ai loro clienti soltanto sacchetti monouso in materiale biodegradabile. A partire dal 1 giugno 2019, poi, il divieto sarà esteso anche agli altri oggetti in plastica monouso come piatti, posate, bicchieri, cannucce, aste per palloncini.
  • Capri (Campania): il sindaco Gianni de Martino ha firmato  un’ordinanza che vieta, a partire dal 1 maggio 2019, l’uso e la commercializzazione di oggetti in plastica monouso come piatti, bicchieri, posate, palette per il caffè e sacchetti. L’ordinanza vale su tutto il territorio comunale e anche per lidi e spiagge.
  • San Vito Lo Capo (Sicilia): a partire dal 1 maggio 2019, è in vigore un’ordinanza sindacale che vieta la vendita e uso di piatti, bicchieri e posate in plastica non compostabile.
  • Sperlonga (Lazio): firmata un’ordinanza che impone, a partire dal 1 maggio, il divieto di usare buste non biodegradabili negli esercizi pubblici e commerciali. Ma non solo. A partire dall’estate, tutti gli esercizi commerciali e di ristorazione dovranno utilizzare e servire esclusivamente piatti, bicchieri, cannucce e posate in materiali compostabili. Inoltre, per fare la spesa sarà consentito l’utilizzo esclusivo di borse di stoffa o carta.
  • Bergamo (Lombardia): a partire da fine marzo,  il Comune di Bergamo ha imposto la messa al bando di bottigliette e plastiche usa e getta nelle sedi e uffici comunali e negli eventi in luoghi pubblici.
  • Giaveno (Piemonte): il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità il 22 marzo l’ordinanza che impegna amministrazioni, scuole, imprese e associazioni ad abolire la plastica monouso, soprattutto le bottigliette, dai propri uffici e le proprie sedi.
  • Ischia (Campania): tutti i sei comuni dell’isola hanno firmato un’ordinanza per bandire i prodotti alimentari in plastica come bicchieri, piatti, posate, contenitori take away. Si rischiano multe fino a 500 euro.
  • Valle d’Aosta: la Regione ha imposto in tutte le sue strutture amministrative l’abbandono di oggetti di plastica monouso (a cominciare dalle bottigliette dei distributori) a partire dal 15 febbraio. Stoviglie, piatti e bicchieri sono stati progressivamente sostituiti da materiali biodegradabili. Al bando della plastica si aggiunge un maggior impegno nella lotta contro lo spreco alimentare, sempre nelle strutture amministrative regionali.
  • Palermo (Sicilia): il sindaco della città Leoluca Orlando, ha dichiarato Palermo città plastic free a partire dal 15 febbraio 2019. La normativa vieta gli oggetti di plastica monouso negli esercizi commerciali, ma anche in occasione di manifestazioni, concerti, sagre, mercatini ed eventi pubblici. Gli oggetti banditi sono bicchieri, posate, bottiglie, sacchetti, cannucce, bastoncini per mescolare il caffè.
  • Messina (Sicilia): approvata il 12 febbraio 2019 la mozione presentata a ottobre in Consiglio comunale, che prevede l’obbligo di utilizzare sacchetti, piatti, bicchieri e posate monouso soltanto in materiale biodegradabile in occasione di feste pubbliche, sagre ma anche in mense scolastiche e universitarie.
  • Mariano Comense (Lombardia): l’11 febbraio è stata approvata in Comune la mozione che prevede, entro la primavera, l’eliminazione degli oggetti in plastica monouso in tutti gli uffici e gli edifici comunali.
  • Troina (Sicilia): vietata la vendita e l’utilizzo di prodotti in plastica come cannucce, piatti, bicchieri, sacchetti e altri oggetti in plastica monouso in luoghi pubblici ed esercizi commerciali.
  • Santa Flavia (Sicilia): il 5 febbraio, il Sindaco del Comune ha firmato l’ordinanza che vieta la vendita e l’utilizzo di prodotti in plastica monouso in bar, ristoranti, pizzerie, paninerie, rosticcerie e altri esercizi. Per i primi due mesi, però, è stato concesso ai commercianti lo smaltimento del materiale che avevano già.
  • Capaci (Sicilia): a partire da febbraio, anche a Capaci sono state bandite le stoviglie monouso non biodegradabili, ma anche i sacchetti in plastica e altri materiali sostituibili da altri biodegradabili. Una regola che vale sia per i residenti che per i turisti.
  • Porto Azzurro (isola d’Elba): con l’ordinanza sindacale n.1 del 24 gennaio 2019, il Comune ha scelto di applicare il divieto di vendita di oggetti in plastica monouso nei luoghi pubblici. L’obiettivo è quello di estendere il provvedimento anche nell’ambito del carcere, luogo in cui si riscontrano diversi problemi riguardo lo smaltimento di rifiuti.
  • Città della Pieve (Umbria): il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità un piano che prevede, nell’ambito di fiere e manifestazioni sul suolo pubblico, la messa al bando della plastica monouso in favore di un sostituto biodegradabile.
  • Como (Lombardia): il 23 gennaio 2019, la giunta comunale ha approvato la mozione che impone l’eliminazione di tutta la plastica monouso da catene di distribuzione, pub, bar, locali ed esercizi commerciali entro il 2020, in favore di materiali biodegradabili.
  • Otranto (Puglia): a partire dal 22 gennaio, nelle mense scolastiche è stata avviata una progressiva sostituzione delle stoviglie monouso in favore di altre realizzate in materiale biodegradabile.
  • Campo dell’Elba: grazie a un’ordinanza firmata dal Sindaco il 21 gennaio, sono stati progressivamente eliminati tutti gli oggetti di plastica monouso sul territorio comunale. Al loro posto, introdotte stoviglie, piatti, contenitori e bicchieri riutilizzabili o in alternativa realizzati con materiali biodegradabile.
  • Bellona (Caserta): dal 14 gennaio 2019 sono stati banditi dalle mense scolastiche i prodotti in plastica monouso, sostituiti da kit appositi di stoviglie in materiale biodegradabile.
  • Agrigento (Sicilia): in due scuole dell’agrigentino sono state bandite posate, bicchieri, piatti e distributori di acqua in bottiglie. Si tratta delle prime due scuole ad aderire alla campagna delle associazioni Marevivo e Sorella Natura che mirano a eliminare la plastica monouso dagli istituti scolastici.
  • Riomaggiore (La Spezia): Il piccolo Comune delle Cinque Terre darà tempo fino al 2020 a tutti gli esercizi di ristorazione di eliminare la plastica monouso dai loro prodotti di vendita. Chi aprirà un’attività nuova, invece, dovrà adeguarsi da subito, e ciò vale anche per feste pubbliche e sagre.
  • Bari: a partire dal 7 gennaio 2019, il capoluogo pugliese ha scelto di eliminare la plastica monouso dalle mense scolastiche.
  • Città di Castello (Umbria): il Comune di Città di Castello aveva già in passato eliminato completamente l’uso di vettovaglie in plastica dalle mense scolastiche. Oggi, accogliendo la Plastic Free Challenge, questa transizione verso materiali più sostenibili si sposta anche alle stoviglie utilizzate negli ospedali e in sagre e manifestazioni organizzate dal Comune.
  • Vernazza (Liguria): il Comune di Vernazza, a partire dal 1 gennaio 2019, ha messo al bando per le attività commerciali e ristorative l’utilizzo di oggetti in plastica monouso per salvaguardare spiagge, sentieri e porticcioli. L’ordinanza, firmata a ottobre 2018, ha completato quella già in vigore da agosto che proibiva la messa in circolazione di sacchetti non biodegradabili.
  • Castiglione della Pescaia (Toscana): a partire dal 1 gennaio 2019, il Sindaco del comune toscano ha emanato un’ordinanza in cui vieta la vendita, a tutti gli esercenti commerciali e ai proprietari di bar e ristoranti, di oggetti in plastica monouso come piatti, posate, bicchieri, buste, cannucce e palette per il gelato, sostituiti con materiali biodegradabili.
  • San Vito Chietino (Abruzzo): a partire dal 1 gennaio 2019, su tutto il territorio comunale è proibito vendere e utilizzare stoviglie di plastica monouso e altri oggetti come cannucce e contenitori.
  • Taranto (Puglia): da gennaio 2019, la città pugliese ha imposto l’eliminazione di oggetti in plastica monouso come piatti, posate, bicchieri, bacchette per il caffè e cannucce all’interno di scuole, uffici pubblici ed esercizi commerciali, per sostituirli gradualmente con materiali biodegradabili. La normativa prevede inoltre la sostituzione dei contenitori d’acqua con boccioni in vetro.
  • Treviso: l’11 dicembre anche l’amministrazione di Treviso ha approvato la mozione per l’eliminazione della plastica monouso da uffici comunali e scuole. Al suo posto materiali biodegradabili ed erogatori d’acqua alla spina, tutto accompagnato da una costante campagna di sensibilizzazione.
  • Fondi (Lazio): A dicembre, il Comune laziale ha avviato una sperimentazione nelle mense cittadine, in cui i prodotti in plastica usa e getta sono stati sostituiti con materiali più sostenibili come ad esempio bicchieri in PLA derivato dal mais, posate in Mater-bi, piatti in polpa di cellulosa.
  • Mira (Veneto): anche il Consiglio comunale di Mira ha approvato il 2 dicembre una mozione che vuole trasformare il Comune in un luogo plastic free, a cominciare dall’aumento dei distributori di acqua potabile per ridurre l’acquisto e il consumo delle bottigliette.
  • Milano: a fine novembre, il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno per eliminare la plastica usa e getta dagli uffici comunali e quelli delle aziende partecipate, tipo Atm. A dicembre poi, è stata approvata un’altra proposta, finalizzata a impedire la vendita di oggetti in plastica (tra cui anche i palloncini) in occasione di feste, eventi e manifestazioni promosse dall’amministrazione che si svolgono in parchi e zone verdi.
  • Bordighera (Liguria): il 26 novembre 2018 è stata firmata l’ordinanza n. 49, che vieta per tutte le attività commerciali, artigianali e alimentari la vendita, e l’utilizzo di materiali in plastica monouso come sacchetti, cotton fioc, piatti, bicchieri e posate. Il divieto vale anche per tutte le manifestazioni, feste e sagre che si svolgono sul territorio comunale. Tutti gli oggetti citati sono stati sostituiti da un corrispettivo in materiale biodegradabile e compostabile, pena una multa dai 250 ai 500 euro.
  • Pescara (Abruzzo): il 13 novembre 2018 il Comune di Pescara ha approvato una mozione che impone la progressiva eliminazione della plastica monouso in tutte le attività comunali.
  • Pachino (Sicilia): dal 1 novembre 2018 ha bandito la plastica monouso imponendone la riduzione e implementando la raccolta differenziata sul territorio.
  • Follonica (Toscana): a ottobre 2018 il Sindaco di Follonica ha firmato una delibera con cui si impegna nell’eliminazione della plastica monouso nelle scuole e negli uffici comunali, attraverso la sostituzione, ad esempio, di bicchieri dei distributori con bicchieri biodegradabili e brocche d’acqua al posto delle bottiglie nelle mense.
  • Ancona (Marche): il 29 settembre 2018 il Consiglio comunale di Ancona ha approvato la mozione PlasticFree proposta dal Movimento 5 Stelle, predisponendo la graduale eliminazione di tutti gli oggetti in plastica monouso da uffici pubblici, ma anche servizi ed eventi organizzati dal Comune stesso.
  • Aosta (Valle d’Aosta): Giovedì 26 luglio 2018, il Comune di Aosta ha accolto la Plastic Free Challenge, imponendo l’eliminazione totale di qualunque articolo di plastica monouso nel minor tempo possibile.
  • Noto e Avola (Sicilia): il 21 luglio 2018, entrambi i sindaci dei due Comuni siciliani hanno firmato un’ordinanza per mettere al bando utilizzo e vendita di oggetti in plastica monouso non biodegradabili come piatti, bicchieri e posate. L’ordinanza è stata applicata a partire da agosto 2018 limitatamente a sagre e feste pubbliche, e si è poi ampliata a qualunque occasione e spazio pubblico da gennaio 2019. Le sanzioni per chi non aderisce all’ordinanza vanno da 25 a 500 euro.

Come abbiamo detto in apertura, la Plastic Free Challenge non è una di quelle challenge che si diffondono sui social a suon di video e hashtag ma speriamo con tutto il cuore che diventi altrettanto virale.

(redazione)