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Credits: ASviS

Il giorno dopo la ripartenza parziale del nostro Paese grazie all’avvio della “fase 2” del contrasto all’emergenza sanitaria, l’Alleanza ha pubblicato un Rapporto che valuta l’effetto della crisi sulle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile, proponendo una serie di azioni ritenute necessarie e urgenti per stimolare la ripresa.

Il Rapporto “Politiche per fronteggiare la crisi da COVID-19 e realizzare l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” è stato realizzato da 600 esperti divisi in gruppi di lavoro e ha rilevato che lo shock da Covid-19 ha un grave impatto sul capitale economico (drastica riduzione della capacità produttiva, accelerata dalla caduta degli investimenti, e quindi dell’accumulazione di capitale; caduta della ricchezza attuale e prospettica; ecc.), sul capitale umano (la disoccupazione e la sottoccupazione riducono le conoscenze degli individui; il lockdown ha un impatto negativo sulle attività formative nei confronti dei giovani, degli adulti e dei lavoratori; ecc.) e sul capitale sociale (riduzione delle interazioni; difficoltà operative per il Terzo Settore; ecc.). Gli effetti sul capitale naturale, positivi nella fase di blocco delle attività socioeconomiche, possono diventare negativi nella fase di ripartenza qualora non si adottino misure per lo smaltimento corretto di dispositivi di protezione individuali (mascherine, guanti, ecc.), per ridurre l’uso di plastica monouso nella ristorazione e nelle mense aziendali, per evitare il ricorso generalizzato ai mezzi di trasporto privati e per evitare l’abbandono dei programmi di transizione ecologica e di decarbonizzazione.

Ad ogni modo, come confermano le recenti rilevazioni di Eumetra MR, le attuali difficoltà sembrano aver dato un ulteriore impulso alla rilevanza dei temi della sostenibilità nella percezione delle persone. Da segnalare soprattutto il fatto che la classifica degli Obiettivi segnala una modifica sostanziale delle priorità: se ai primi due posti restano ancora il Goal 6 “Acqua pulita e sanità” e il Goal 13 “Lotta al cambiamento climatico”, le posizioni sottostanti vengono stravolte. Il Goal 2 “Sconfiggere la fame ” guadagna il terzo posto, il Goal 1 “Sconfiggere la povertà” il quarto e il Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica” il quinto. Questa classifica evidenzia come le azioni legate alla salvaguardia dell’individuo e della sua dignità, in questo periodo di emergenza pandemica, sembrano ricevere maggiore attenzione rispetto alle tematiche ambientali.

“L’Italia deve decidere che direzione prendere: se proseguire su quella indicata dalla Legge di Bilancio per il 2020, molto più orientata alla sostenibilità delle precedenti, e degli orientamenti strategici dell’Unione Europea o se, in nome della crescita del Pil a tutti i costi, sacrificherà i progressi fatti o programmati per i prossimi anni, primo fra tutti il processo di decarbonizzazione, la sicurezza dei lavoratori e l’equità sociale”, ha sottolineato il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini.

In tale ottica, il Rapporto suggerisce alcune azioni di carattere trasversale che aiuterebbero il Paese a “rimbalzare avanti” verso uno sviluppo maggiormente sostenibile:

  • la semplificazione delle procedure amministrative per consentire un’attivazione rapida degli investimenti pubblici, anche in vista di un utilizzo tempestivo dei futuri fondi europei;
  • il ripensamento del ruolo dello Stato, a integrazione e supporto dell’azione del settore privato, per la salvaguardia dei beni comuni e la promozione di comportamenti economici orientati al benessere di tutti. Ciò comporta l’accelerazione della transizione all’economia circolare, una maggiore protezione della salute e dei diritti dei lavoratori, l’estensione alle medie imprese dell’obbligo di rendicontazione dell’impatto sociale e ambientale della loro attività, l’introduzione di finanziamenti con garanzia pubblica per lo sviluppo sostenibile;
  • l’accelerazione della transizione digitale come driver per lo sviluppo sostenibile, da affiancare a misure per la conciliazione tra vita e lavoro (con particolare attenzione alla condizione femminile, che in questa situazione rischia di essere sacrificata) attraverso il welfare aziendale e lo smart working, con effetti positivi sulla mobilità e vantaggi per il clima e la qualità dell’aria;
  • considerare centrale il capitale naturale, base della nostra salute, del nostro benessere e del modello di sviluppo, e promuovere un piano di azione per le politiche abitative, la rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio;
  • salvaguardare e rafforzare l’infrastruttura culturale, in ogni territorio e a livello nazionale, favorendo una relazione integrata fra mondi della cultura, dell’educazione e del turismo;
  • cogliere la sfida della didattica a distanza per migliorare l’accesso alla conoscenza, la qualità dell’apprendimento, ridurre le disuguaglianze e offrire anche agli adulti occasioni di formazione continua lungo l’intero arco della vita;
  • utilizzare rapidamente, e in un’ottica sistemica, i fondi di coesione europei e nazionali della programmazione 2014-2020 ancora non impegnati dallo Stato e dalle Regioni per progetti nel Mezzogiorno.

‘L’obiettivo delle politiche pubbliche deve essere quello di ridurre al massimo gli effetti negativi dello shock e stimolare la “resilienza trasformativa” del sistema socioeconomico. Per questo si devono “ricostruire” al più presto tutte le forme di capitale deteriorato dalla crisi, specialmente quello umano”, ha concluso Giovannini.

Inoltre, insieme al Rapporto, l’Alleanza ha anche pubblicato un’analisi del “Decreto Liquidità” il decreto legge 23 dell’8 aprile “Misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali”, alla luce dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile con la stessa metodologia usata per l’analisi del decreto “Cura Italia” (qui il link alla notizia del 31 marzo).

 

Fonte: ASviS