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È normale che a novembre basti ancora una copertina sul letto? Anche l’inutilizzo dei termosifoni sembra solo l’esito di un autunno mite. Se non fosse per le piogge, per i venti apocalittici che hanno portato morte e distruzione lungo tutta la penisola.

Fa più scalpore e assume toni “virali” qualche gossip di bassa lega piuttosto che i 30 morti causati dal maltempo. Esistenze interrotte in un battito di ciglia, senza distinzioni, senza pietà. Un altro disastro ha poi segnato quest’autunno tetro: 14 milioni di alberi sono stati abbattuti dal maltempo nei boschi di Trentino Aldo Adige, Veneto e Friuli.

14 milioni

Dalle riprese aeree una melma di fango e legno scende a valle. Una tragica mattanza senza sangue, di terra e di tronchi. 

In un giorno solo (il 30 ottobre) sono stati abbattuti il numero di alberi solitamente tagliati nell’arco di un anno intero in Italia. Ha subito gravissimi danni la foresta di Paneveggio in Val di Fiemme (TN): da secoli vengono piantati qui gli “abeti di risonanza“, il cui legno pregiato era scelto dai liutai di Cremona per la produzione dei violini (tra cui Stradivari). Sorte ancora peggiore per la Val Saisera (UD), letteralmente devastata con un possibile futuro pericolo idrogeologico.

“Un disastro provocato certamente” – si legge dal comunicato emanato da Coldiretti il 7 novembre – “dalle straordinarie raffiche di vento ma non vanno sottovalutati i rischi per l’ambiente, gli incendi e la stabilità idrogeologica derivanti dall’incuria e dall’abbandono forzato.” 

Tutto ciò è stato causato da un vento di forza inaudita, fino a 170 k/h, un evento climatico straordinario causato dall’intervento dell’uomo a livello globale. Per queste catastrofi naturali non si può additare un colpevole, se non l’incuria nei confronti delle biodiversità e dell’ambiente da ormai secoli. 

 

La redazione