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Il Natale è sempre più un momento di sfrenato consumismo, una gara all’ultimo respiro, una maratona dell’acquisto a cui pochi sono immuni. Con gli e-commerce delle multinazionali questa tendenza sta evolvendo nella peggiore delle modalità: in cinque secondi il portafoglio è vuoto, il senso di colpa per non aver trovato un pensierino per nonna Pia sparito e permane però un’insoddisfazione di base.

Rimaniamo insoddisfatti perché non troviamo un nesso tra gli acquisti a mani basse e il sacrosanto spirito natalizio di dickensiana memoria. Allora perché non supportare Babbo Natale acquistando regali sostenibili, “buoni”, la cui produzione non ha leso nessuno?

Il tempo è poco, ma abbiamo trovato una piccola guida della youtuber Martina Belli

 

La redazione