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Il mare, si sa, è purtroppo pieno di rifiuti. Ma da qualche giorno lo specchio d’acqua di fronte a Livorno, area di assoluto pregio ambientale, è più pulita. Grazie anche ai pescatori. Non è il primo progetto nel Mediterraneo sul problema della plastica dispersa in mare. Ma se altrove ci si concentra soprattutto sulla ricerca – uno studio è stato presentato ieri all’Università di Siena, finanziato con 5 milioni dall’Unione europea – l’esperimento toscano ha un valore aggiunto praticamente unico. E’ infatti il primo ad aver strutturato una vera e propria filiera che va dalla raccolta in mare fino al trattamento ed eventuale recupero dei rifiuti in un impianto idoneo. Un progetto che nasce all’insegna della collaborazione, pubblico e privato insieme, in testa la Regione.

“Un esperimento – spiega l’assessore alla presidenza della giunta toscana, Vittorio Bugli in una intervista per il sito online GONEWS – che può diventare un modello, che fa bene all’ambiente ma anche all’economia”. “Non è infatti solo un progetto sperimentale – racconta – Abbiamo visto che è utile, funziona e ha senso pratico. Certo ora va strutturato e reso ancora più efficace, ma è già un esempio di economia collaborativa e circolare, un tema al centro dell’agenda di questa giunta regionale”.

Presentato un mese fa, il progetto “Arcipelago toscano” dal 13 aprile è entrato nel vivo e da alcune settimane una decina di barche della cooperativa labronica tornano in porto cariche di pesce e plastica. Ne raccolgono ciascuna tra i venti e i trenta chili ogni giorno. 
Ora ogni nave ha a disposizione un sacco dove raccogliere i rifiuti plastici, che al rientro in porto vengono depositati in un apposito contenitore sulla banchina, che Labromare poi svuota e porta in un impianto a Pontedera dove i rifiuti vengono analizzati e classificati per essere successivamente destinati al riciclaggio o allo smaltimento. 

Sul corretto svolgimento delle operazioni in mare vigila la Guardia Costiera, che da subito ha sposato l’iniziativa. Legambiente offre il proprio contributo in termini di esperienza scientifica. Unicoop Firenze partecipa mettendo a disposizione del progetto i fondi ricavati dal centesimo che soci e clienti, per legge, dall’inizio dell’anno devono pagare per le buste in mater-b dell’ortofrutta. Lavora anche per sensibilizzare il consumatore. Ed altrettanto faranno Legambiente e Regione. I pescatori continueranno a fare i pescatori, puntuali come sempre, anche oggi, per la quotidiana asta alle quattro e mezzo del pomeriggio. Ma saranno finalmente contenti di poter pulire la loro casa, il mare, che poi è la casa di tutti.

(redazione)