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Lo scorso 6 dicembre si sono svolte a Imola le premiazioni della quindicesima edizione del concorso Bellacoopia, in cui 200 ragazzi delle scuole superiori di tutta la regione Emilia-Romagna si sono sfidati in un progetto di simulazione d’impresa organizzato da Legacoop ed in cui hanno partecipato oltre 1400 studenti di 66 classi e 43 istituti superiori. Una esplosione di partecipazione, emozioni, discussioni e creatività.

Fra un panel sugli SDGs e varie presentazioni dei progetti finalisti, abbiamo avuto modo di incontrare il Futuro. Bello e solare, dinamico e informato, attivo e determinato, sensibile e solidale. Ci siamo presi un caffè e ci ha dedicato qualche minuto in cui si è raccontato in esclusiva ai lettori di Zainet.

Buongiorno Futuro, come si trova qui a Imola, in mezzo a 200 ragazzi e ragazzi della sua età, che dialogano di sostenibilità, ambiente e sviluppo?

“Mi sento a casa. Io sono nato nel 2000 e come la maggior parte di loro faccio la 4a superiore. Qui si ragione di agenda 2030, io avrò 30 anni allora. Il tempo della maturità e delle scelte responsabili. Ma non voglio aspettare quel momento per prendermi delle responsabilità: il mio tempo è adesso….”

Non è un po’ una contraddizione, Futuro? Forse potrebbe prendersi il lusso di distrarsi un po, come altri suoi coetanei….

“Non credo ci sia molto tempo, e poi le due cose non si escludono. Voglio vivere con leggerezza la mia età, divertendomi e creando i miei cammini con creatività e innovazione ma senza lasciare per strada niente e nessuno: sogno una società inclusiva, solidaria e rispettosa dell’ambiente.”

Accidenti Futuro, la sua sensibilità è impressionante. Ma la sua città ideale come dovrebbe essere?

“Inclusiva e multietnica: tutti hanno cittadinanza, tutti devono avere un’opportunità per costruirsi una strada; sostenibile e rispettosa dell’ambiente: che investe in energie verdi, in un sistema funzionale e a basso impatto nei trasporti, con un sistema moderno e efficiente di gestione dei rifiuti e che rispetti il diritto alla salute, all’istruzione ed alla felicità?”

Diritto alla felicità? Futuro lei parla come un figlio degli anni 70?

“Perché parto dalle radici di ciò che già si è costruito di buono nei nostri territori e penso a come si potrebbe migliorare ancora, per costruire una società in tre parole inclusiva, accessibile e sostenibile. Più giusta insomma….”

E mentre la parola “giustizia” riecheggia ancora nell’Autodromo di Imola, Futuro corre via, e si mescola con i suoi compagni di scuola, a twittare inquieto le immagini di una fantastica giornata.

 

Jonathan