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È tempo di SALDI! È tempo di corse nei negozi ma ricordiamoci di acquistare consapevolmente.
Abbiamo intervistato per voi la giovane Alice, proprietaria di Altrotipo-cruelty free, un delizioso negozio nel centro di Bologna.. Scopriamolo insieme!

 

  1. Mi descrivi brevemente che cos’è Altrotipo e come nasce l’idea di questo progetto?

Mi presento, sono Alice, titolare del negozio Altrotipo. Altrotipo è nato in pratica da una mia esigenza. Dopo esser diventata vegana mi sono resa conto che non c’era a Bologna un posto dove comprare scarpe che fossero di buona qualità e non in pelle animale. Così è nato Altrotipo! La volontà è quella di unire l’etica alla base del concetto cruelty-free alla sostenibilità ambientale e sociale, e favorire così lo svilupparsi di un commercio positivo, che non abbia alla base lo sfruttamento, come spesso accade, degli uomini, degli animali e dell’ambiente.

 

  1. In Altrotipo possiamo trovare prodotti di vari generi: borse, scarpe accessori e un angolo zero waste. C’è un prodotto di cui andate particolarmente fieri?

Altrotipo nasce come negozio di scarpe, borse e accessori vegan, pian piano ho aumentato scelta e modelli e negli ultimi mesi ho introdotto l’angolo “Less Plastic”, che comprende articoli per sostituire le cose usa e getta di plastica e ridurre in generale i rifiuti che facciamo. Alcuni esempi: borracce, tazze da asporto in bambù, lunch box, spazzolini-cannucce-cotton fioc in bambù, pellicola cerata riutilizzabile per sostituire la pellicola trasparente di plastica. Di queste novità vado molto fiera, è importante agire contemporaneamente sulla tutela degli animali e dell’ambiente, e per tutti i prodotti c’è un’attenzione particolare al rispetto delle condizioni dei lavoratori. Nessuno deve essere sfruttato per fare oggetti per noi!

 

  1. Utilizzate materiali ecosostenibili che conseguentemente fa aumentare il costo finale, proporzionato alla qualità. In questo contesto, come riuscite a valorizzarvi, e quali sono le tecniche di sopravvivenza?

E’ importante per noi cercare di offrire un prodotto eco-vegan-fair che sia anche accessibile economicamente, in modo che sia un tipo di acquisto che praticamente tutti possano affrontare. La valorizzazione è data dal concetto: less is more! Meno cose, più di qualità, più ecologiche. Generalmente tendiamo a riempirci di oggetti e articoli di brevissima durata, ma di grande impatto ambientale. La vera ricchezza di oggi è avere meno cose!

 

  1. Il vostro negozio si basa sul principio del cruelty-free, ovvero nessun prodotto da voi in vendita deriva da animali o è stato testato su questi ultimi. Il mercato eco-sostenibile prende sempre più piede, basti pensare ad articoli come giacche e borse di ecopelle. Da cosa credete sia dipeso questo cambio di direzione?

Lo sfruttamento animale nel mondo della moda è qualcosa di veramente aberrante, basti pensare all’orrore delle pellicce (gli animali da pelliccia devono essere scuoiati vivi per ottenere una pelliccia di qualità). L’informazione, che le industrie cercano di tenere ben lontana dai nostri occhi, oggi finalmente sta arrivando ai consumatori, che quindi hanno maggior consapevolezza di quello che si nasconde dietro tante cose, dagli allevamenti, ai circhi, ai test sugli animali.

 

  1. Pensate che la diffusione del concetto di bio, ecosostenibile, cruelty-free, riciclo, ecc… Sia una tendenza, influenzata certamente dall’informazione pubblica, o i consumatori sono realmente sensibili a queste tematiche?

L’informazione e la conoscenza creano consapevolezza e maggior empatia e sensibilità. E’ tutto collegato!

 

  1. “Altrotipo vuole essere sinonimo di altro tipo di scelte, altro tipo di moda, altro tipo di acquisti” è una vostra filosofia, un vostro motto. Avete mai pensato a ideare anche un altro tipo di logica al negozio tradizionale, finalizzato alla sensibilizzazione concreta del cliente e ideando progetti all’interno del vostro spazio, come ad esempio organizzare corsi sul riciclo dando nuova vita a prodotti creativi e sostenibili?

Sì, abbiamo in cantiere diverse idee di incontri da sviluppare in autunno!

 

  1. Cosa si potrebbe fare, che secondo voi non è ancora stato fatto, per sensibilizzare le vecchie e le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente e quali progetti meritano di essere finanziati?

Incontri nelle scuole coordinati con gruppi e associazioni per i diritti degli animali e per la tutela ambientale per le nuove generazioni. Le vecchie generazioni sono le più difficili da sensibilizzare perché più legate a vecchie abitudini, ma anche in quel caso è l’informazione che permette di cambiare e di diventare maggiormente consapevoli, quindi conferenze e incontri sono sempre utili!

 

  1. In relazione all’Agenda 2030, quali dei 17 obiettivi vi proponete di raggiungere?

Gli obiettivi 11 e 12 sono quelli più strettamente connessi alla nostra attività lavorativa. Nella mia vita privata spero di contribuire nella maniera migliore al maggior numero possibile di azioni positive.

 

  1. Nel mondo che vorrei….. (domanda conclusiva, proiettati nel futuro)

Nessun essere vivente e senziente è sfruttato, che sia umano o animale, la natura è ammirata, protetta e rispettata. Si è a maggio contatto con la Terra e i valori principali sono legati all’etica, al rispetto, all’amore e non ai soldi, alla carriera e alla prevaricazione degli uni sugli altri.

(redazione)